"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

20 gennaio 2011

riso al cardamomo nero declinato Crippa

 Ho dovuto andare fino in India per trovarlo. Probabilmente ero la sola a non averlo, però questo cardamomo nero mi ha fatta penare.
Pare che sia molto più diffuso ed economico del suo cugino verde, però dopo aver assaggiato il risotto di Enrico Crippa volevo a tutti i costi avere la mia scorta.
Ne ho trovato a sacchi, alla lettera. E me l'hanno fatto pagare esattamente come l'altro. Ma è giusto, siamo stranieri e ricchi.
Tentiamo allora un gemellaggio di risaie vercellesi con spezie indo-nepalesi.
Enrico ci aveva raccontato la storia delle cantine fumose che gli avevano ispirato questo piatto: la bacca intera ha questo sentore un poco affumicato che si perde con l'apertura e la macinazione dei semi per diventare quasi balsamico.
La ricetta è molto semplice.
Per due persone : 160 gr di riso Carnaroli o Vialone Nano, un cucchiaino di burro, 30 gr di scaglie di Castelmagno, sale, un cucchiaino di semi di cardamomo nero pestati. Nient'altro.
Far tostare marchesianamente il riso in pochissimo olio. Salare. Portare a cottura unendo non brodo bensì acqua bollente. Lasciare la preparazione abbastanza umida. Un riso bollito cotto a risotto. Geniale. Mantecare con il burro e le scaglie di Castelmagno. Impiattare caldissimo e cospargere con il cardamomo pestato. Il calore del riso amplifica e in qualche modo "nebulizza" l'aroma della spezia.
Molto particolare e inebriante e adatto a una cena settimanale leggera.
Quelli bravi davvero sono capaci di essere semplici e sorprendenti al tempo stesso.

Attenti che sono in un periodo "less is more".

(PoveraPazza)


3 commenti:

Alex ha detto...

L'ho comprato tantissimi anni dopo il corso di cucina indiana, ma poi non sono stata capace di usarlo bene e alla fine, dopo anni nel cassetto delle spezie, è finito nei rifiuti.
Un piatto così semplice esalta sicuramente il sapore del cardamomo. Mo mo lo ricompro :-)

( parentesiculinaria ) ha detto...

Anche io quando acquisto una nuova spezia la assaporo in semplicità per "impararne" bene il gusto. E, di grazia, qual è la differenza dal fratello verde?

PoveraPazza ha detto...

Parentesi: sono proprio generi differenti. La specie è la stessa, ma sono due tipi diversi di pianta. Il sapore poi è totalmente diverso. Quello nero è meno profumato e ha un sentore affumicato che all'altro manca. augh!